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Intervista a...



Dimitri Diamadopoulos, tesserato per l’Urbe Squash Roma, è nato a Cosenza il 23 Dicembre 1991. Atleta di interesse nazionale, ha vestito la maglia azzurra per la prima volta nel 2008 ai Campionati Mondiali Juniores disputati in Austria.
Nel 2009 ha conquistato il titolo di Campione Italiano di Categoria C, ed è stato finalista all’Italian Junior Open. Nella scorsa stagione, pur frenato da problemi fisici, ha ottenuto il passaggio in categoria A maschile.D - Dimitri, innanzitutto il tuo nome che provenienza racconta?Il mio cognome è di origine greca, in quanto mio padre è greco. Mia madre invece è italiana.D - Come hai scoperto la passione per lo squash e quando hai iniziato a partecipare ai primi tornei?Ho iniziato a 13 anni, nel 2004, quando il mio compagno di banco Giuseppe Laboccetta mi convinse a provare questo sport, che lui già praticava. Per me invece era sconosciuto, ma mi appassionai talmente tanto che abbandonai il calcio (giocavo in porta) e mi andai subito ad iscrivere allo Scorpion di Rende.D - Alla fine di un torneo, indipendentemente dal risultato ottenuto, qual è la prima cosa che ti viene in mente?A parte la stanchezza, che è tanta, alla fine di ogni torneo i pensieri possono essere due: se ho vinto, oltre alla gioia e la felicità della vittoria, penso al torneo successivo, magari più difficile ed impegnativo; se ho perso, oltre ad analizzare gli errori fatti ed i consigli del mio allenatore non seguiti alla perfezione, penso comunque al torneo successivo, applicando tutto quello che il mio allenatore mi insegna e impegnandomi di più, in modo da ottenere un risultato migliore.D - Hai un sogno nel cassetto da realizzare a breve o nei prossimi 3, 5 anni?Il mio sogno, non tanto nascosto, è di riuscire, nei prossimi 4/5 anni, ad entrare nei primi 3 della classifica italiana e nei primi 30 della classifica PSA.D - Cosa pensi del doping?Il doping è quanto di più deleterio possa esistere per uno “sportivo”, se così si può chiamare uno che utilizza sostanze proibite e dannose, solo per poter vincere e/o emergere a un qualsiasi sport.
Non solo non si può considerare “sportivo, ma anche riuscire a rubare in questo modo un torneo o una medaglia non procura nessuna soddisfazione. Lo sport deve essere sudore e impegno; solo in questo modo la vittoria è veramente “tua”!Ringraziamo Dimitri Diamadopoulos per la disponibilità.